Chi siamo

La partecipazione al Coro è del tutto gratuita

Il gruppo è nato nel 2000, ha avuto come fondatori e coordinatori soggetti formati all’interno dell’Istituto Ernesto de Martino, fondato nel 1966 per dare continuità alle ricerche sul mondo popolare e proletario iniziate da Gianni Bosio

Attualmente il coordinatore e preparatore è Ezio Cuppone (vedi curriculun in basso)

Il Coro Ingrato ha al suo attivo una lunga esperienza di feste popolari, politiche, associative nonché interventi in manifestazioni e momenti celebrativi come l’8 marzo, il 25 aprile ed il 1° Maggio.Il gruppo inoltre organizza incontri conoscitivi e didattici sul canto popolare e sulla storia dei canti stessi indirizzati ai giovani, alle biblioteche e ai centri culturali democratici di base. Il repertorio del Coro Ingrato, spazia in molti ambiti i cui argomenti sono dettagliati nel riquadro a fianco del logo. Più di 250 titoli frutto di un continuo lavoro di ricerche sul campo e di una rigorosa impostazione filologica tendente alla riproposizione del testo originale, senza riletture che ne snaturano il messaggio autentico.

Si esibisce preferibilmente in locali chiusi e quindi non necessita di impianti di amplificazione che sono necessari invece in manifestazioni all’aperto.

Il Coro Ingrato ha prodotto una pubblicazione a fumetti +Cd dal titolo “L’Italia l’è malada” più due Cd (“Se partigiano io son“, con canti noti ma anche inediti relativi al periodo della lotta di Liberazione e “Vento del ’68“, che raccoglie  i canti di lotta che hanno accompagnato quel periodo ) 

 Spettacoli tematici:

Maledetta sia sempre la guerra (1914/1918) canti-contro

Or che innalzato è l’albero (canti giacobini e risorgimentali)

Senti ritorna il canto popolare ( una carrellata di canti popolari tradizionali)

Italia bella mostrati gentile (le condizioni di subalternità della classe operai dal risorgimento alla guerra, all’emigrazione, ai giorni nostri)

Se partigiano io son (i canti noti e meno noti della lotta di Liberazione)

Vento del ’68 Canti noti ed inediti nati durante la primavera del ’68

L’Italia l’è malada Le canzoni dell’altra storia 

EZIO CUPPONE

Nasce in Salento, a Nardò (Le) il 24 maggio 1942. A 12 anni emigra con la famiglia in Lombardia portandosi dietro tradizioni, lingua, cultura contadina delle sue parti (gli zii paterni erano contadini e i lavori stagionali come la raccolta del tabacco, la vendemmia, la raccolta delle olive e la mietitura, lo trovavano sempre presente ed attivo). A Nardò, abita in un quartiere in cui i fenomeni del tarantismo sono frequenti e osserva ed ascolta le pizziche del violinista terapeuta della taranta Luigi Stifani di cui diventerà amico. In una di queste esibizioni osserva incuriosito un signore che registra e annota quanto avviene. Scoprirà poi che quel signore è Ernesto De Martino, il quale segnerà molto la sua attività culturale in terra padana.

La passione per la musica, i canti tradizionali popolari, lo hanno sempre attratto ed interessato, ma al nord non c’è tempo per queste passioni. Prioritari sono lo studio ed il lavoro.  All’insaputa del padre (che detestava questa sua passione) compra una chitarra ed un manuale di musica e per diversi anni, i sabati e le domeniche mentre i suoi coetani si divertono, studia  teoria e pratica musicale all’interno di un garage sotterraneo non riscaldato.

Si ritiene quindi musicista e chitarrista autodidatta e di questo è sempre stato fiero. Di lui si accorge una libraia di Sesto San Giovanni che lo porta con sè durante i concerti di canti popolari e sociali nelle feste dell’Unità. Da lì il passo all’Istituto De Martino in Via Sansovino a Milano è breve. Conosce e frequenta Gianni Bosio (fondatore del Nuovo Canzoniere Italiano e storico del Movimento Operaio), Franco Coggiola, Dante Bellamio e Cesare Bermani. Bosio gli propone di formare un gruppo, perchè ha in mente, dopo Bella Ciao di Spoleto, uno spettacolo legato alla storia  d’Italia vissuta e raccontata dalle classi subalterne. Nasce così “Il Bosco degli alberi” che dopo due anni di prove e registrazioni, diventa un doppio LP   pubblicato dalle Edizioni Bella Ciao e definito dall’etnomusicologo Giuseppe Vettori  “essenziale per chi intenda fare ricerca sul campo”. Nel frattempo, superati gli esami in Siae, inizia la trascrizione e il deposito di parte del materiale raccolto dai ricercatori e cantautori dell’Istituto, e viene incaricato di curare la trascrizione dei “Canzonieri” per conto delle Edizioni Bella Ciao. Sei canzonieri con 300 spartiti musicali. Nascono così Canzoniere della Protesta 1,  Canti della Resistenza Armata in Italia 2,  Canzoni Comuniste 3,  La linea rossa della canzone 4,  Ivan della Mea 5 e  Paolo Pietrangeli 6.  Esaurita l’esperienza del “Canzoniere Milanese”, che aveva fatto conoscere lo spettacolo “Il Bosco degli alberi” da nord a sud dell’Italia ed anche in Francia, entra in contatto con Giuliana Ceccherini, un’insegnante    che accomopagnava gli anziani durante le vacanze marine. Giuliana gli parla di un gruppo di ex mondine di Opera che hanno un repertorio di risaia che merita di essere visitato e fatto conoscere. Per un anno frequenta un centro anziani di Opera, dove una decina di mondine accordano testi e voci e nasce così il gruppo “Le mondine di Opera” che da subito suscita interesse e simpatia tanto da essere invitate ad Uno Mattina in Rai e poi seguìto da ricercatori italiani e stranieri. Un video con registrazioni effettuate da operatori italiani e tedeschi è visibile sul canale You tube.

Nel 2000 costituisce un nuovo gruppo che raccoglie appassionati del canto popolare e sociale ed inizia così l’avventura del Coro Ingrato

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