Le mondine di Opera e il loro Cd

Foto MondineLe Mondine di Opera nascono come collettivo artistico nell’anno 1986 per iniziativa di Giuliana Ceccherini ed Ezio Cuppone. L’intuito di mettere assieme queste anziane signore che avevano svolto in gioventù il lavoro di “mondine” fu della Ceccherini che in uno dei tanti soggiorni per anziani organizzati dal Comune di Opera, sentì le signore intonare proprio canti della risaia e quindi, dopo aver preso contatti con l’Istituto Ernesto De Martino, fu da questo indirizzata ad Ezio Cuppone, ricercatore e ripropositore di canti popolari il quale si assunse il compito di amalgamare ed uniformare repertori individuali diversi appresi appunto nelle diverse realtà in cui le mondine avevano operato in gioventù. Il risultato fu subito interessante in quanto l’entusiasmo e la voglia di cantare delle signore fu tale che dopo un anno di prove settimanali, avevano ricostruito un repertorio loro che altrimenti sarebbe andato perduto per sempre. Le signore che diedero vita nel 1986 al “Coro delle Mondine di Opera” erano:
Esterina Chiesa nata a Pieve Porto Morone il 4 giugno 1913
Maria Cinquini nata a Opera il 13 gennaio 1913
Giuseppina Gennari nata a San Paolo (Bs) l’11 dicembre 1924
Antonia Grazioli nata a Casalmaiocco (Mi) il 24 ottobre 1912
Paola Mazzola nata a Pompiano (Bs) il 6 novembre 1923
Giovanna Milani nata a Lodi il 7 giugno 1911
Teresa Pettinari nata a Bertonico (Mi) l’8 febbraio 1914
Non fu solo la naturale simpatia che suscitavano, ma anche la naturalezza con cui raccontavano storie di povertà e di repressione subìta che nell’arco di un anno furono ospiti di trasmissioni televisive  a carattere nazionale (RAI Uno) e l’anno successivo (e per ben due anni) rappresentarono l’Italia al Festival Internazionale della Terza Età che si svolgeva a Macon, in Francia, senza dimenticare una puntata estera al Centre George Pompidou a Parigi dove il 26 ottobre 1991 tennero un concerto assieme a Giovanna Marini, nota musicista e cantante folk. Molti furono poi i concerti che tennero in prevalenza in Lombardia proprio a causa della età avanzata che non permetteva, a parte quelli citati, spostamenti di lunga tratta.
Ultimamente nel gruppo erano entrate le sorelle Giuseppina e Teresa Cipolla
Canti e ricordi della risaia
Mondine di Opera0001E’ un disco che ha centrato due obiettivi: recuperare la genuinità e la moralità di un repertorio, appunto il canto di risaia, che in questi ultimi anni è stato usato a sproposito dai nuovi falsi ripropositori del canto tradizionale e come secondo obiettivo dimostrare come la terza età può e deve diventare anche esempio vivente di cultura viva e di socializzazione attiva e non passiva o assistenziale. Per ottenere questi  risultati occorrono due elementi essenziali: una amministrazione intelligente capace di intuire quando un momento aggregativo può diventare un fatto culturale e qualche operatore del settore che abbia sufficiente energia  e capacità per rimettere in movimento un meccanismo ossidato dal tempo e soprattutto dalla diffidenza di una società classista e teledipendente.
scaletta0001Grazie quindi all’amministrazione comunale di Opera ed a Giuliana Ceccherini ed Ezio Cuppone le sette arzille signore ultrasettantenni hanno cominciato a rivivere una seconda giovinezza attraverso i canti ed i ricordi della risaia. Esterina Chiesa, Maria Cinquini,Giuseppina Gennari, Antonia Grazioli, Paola Mazzola, Giovanna Milani e Teresa Pettinari  hanno restituito, attraverso il CD,     sapori e dolori di quaranta giorni di lavoro disumano da loro vissuti e sofferti.  Di quel mondo ne parlarono a Rai1, al Festival Internazionale della Terza età a Macon per due anni di seguito, a Parigi al Centro Pompidou assieme a Giovanna Marini e poi in tanti altri paesi in Lombardia.
 Alcuni  canti del loro repertorio
 MERICA, MERICA, MERICA
 E l’America l’è lunga e l’è larga
l’è circondata da monti e colline
e con l’industria dei nostri italiani
abbiam formato paesi e città
Merica, Merica, Merica
ma che cos’è questa America.
Merica, Merica, Merica,
Merica voglio andar.
In America noi siamo arrivati
abbiam trovato nè paglie e nè fieno,
abbiam dormito sul duro e terreno,
come le bestie abbiamo riposà.
Merica, Merica, Merica
ma che cos’è questa America.
Merica, Merica, Merica,
Merica voglio andar.
 E LA RICCIOLINA
 E la ricciolina e la ricciolona
lee l’è innamorada, lee l’è innamorada
e la ricciolina e la ricciolona
lee l’è innamorada ma di un carrettier
E il carrettiere lu l’è sempre attorno
tutta la notte e il giorno, tutta la notte e il giorno.
E il carrettiere lu l’è sempre attorno
tutta la notte e il giorno, lu l’è mai con me.
Tutta la notte e il giorno, tutta la notte e il giorno
tutta la settimana, oi mama che condanna.
Tutta la notte e il giorno, tutta la notte e il giorno,
oi mama che condanna sposare un carrettier.
 E’ ARRIVATO IL 18 APRILE
 E’ arrivato il 18 aprile (paraponziponzipò)
Una moglie tutta stile ( paraponziponzipò)
E per potersi vendicare
lei si mise a scioperare
Daghela ben biondina, daghela ben biondà.
E per potersi vendicare
lei si mise a scioperare
Daghela ben biondina, daghela ben biondà.
Quando furono nel letto (paraponziponzipò)
Lei le dice al poveretto (paraponziponzipò)
per la Diccì tu hai votato
ora stai disoccupato.
Daghela ben biondina, daghela ben biondà.
 Ma il marito democristiano (paraponziponzipò)
allungava una mano (paraponziponzipò)
Ma la moglie per dispetto
la buttava giù dal letto
Daghela ben biondina, daghela ben biondà.
 Lui le dice, cara Fernanda, (paraponziponzipò)
se accetti una domanda (paraponziponzipò)
Te lo giuro son pentito
voglio entrare nel tuo partito.
Daghela ben biondina, daghela ben biondà.
 Lei allora l’ha abbracciato (paraponziponzipò)
Fortemente l’ha baciato (paraponziponzipò)
Entra pure mio tesoro
nella Camera del Lavoro.
Daghela ben biondina, daghela ben biondà.
 Per non fare più questioni (paraponziponzipò)
Per la socializzazione (paraponziponzipò)
Si lavora con gran passione
per aumentare la produzione.
Daghela ben biondina, daghela ben biondà.
 MORETTO, MORETTO
 Moretto, Moretto
l’è un bel giovinetto
lui porta i capelli alle onde del mar.
Su l’onde del mare
la barca filava
Moretto chiamava, Rosina vien qua
Venire non posso
La mamma mi tiene
far l’amor mi conviene, sposarti poi no!
 O MACCHINISTA
 O macchinista, accendi il carbone
che il macchinone l’ha da vogà.
L’ha da vogare come un diretto
a Ospedaletto vogliamo andar.
L’ha da vogare come un diretto
a Ospedaletto vogliamo andar.
Quando saremo alla stazione
che confusione che ci sarà
Tutti diranno cos’è successo
“Son le mondine che vanno a ca’”
Quando saremo a Ospedaletto
le nostre mamme ci abbracceran
“Dove sei stata figlia perduta?”
“Quaranta giorni a mondà il ris”
 BUONASERA MIEI SIGNORI
Buonasera, miei signori,
questa l’è l’ora sì, questa l’è l’ora sì.
Buonasera, miei signori,
questa l’è l’ora sì de ‘nda’ a durmì.
Mezzanotte è già suonata
e l’altra mezza sì, e l’altra mezza sì.
Mezzanotte è già suonata
e l’altra mezza sì la suonerà.
UN BEL DI’ ANDANDO IN FRANCIA
 Un bel dì andando in Francia
travestito da borghese
un bel giovane francese
lui mi chiese a far l’amor.
Un bel giovane francese
lui mi chiese a far l’amor.
Grazie, Grazie, giovanotto,
grazie, grazie di buon cuore,
io appartengo a un altro amore
che mi ama e mi vuol ben.
Vai o vai o montanara
vai o vai sulle montagne,
vai a raccoglier le castagne
con gli agnelli a pascolar.
 Io non sono montanara
e nemmeno cittadina,
sono nata sulla spiaggia
e son figlia del bel mar.
 QUESTA MATTINA MI SONO ALZATA
 Questa mattina mi sono alzata
una mezz’ota, una mezz’ora, una mezz’ora prima del sol
E sono andata alla finestrola
e ho veduto, e ho veduto, e ho veduto il mio primo amor.
E mi l’ho visto che l’era in piazza,
e lui prezziava, e lui prezziava, e lui prezziava le rose e i fior.
Le rose e i fiori che lui prezziava
li regalava, li regalava, li regalava ad un altro amor
O mama mia portem in chiesa
portem davanti, portem davanti, portem davanti al confessor
E con la bocca dirò i peccati,
con gli occhi bassi, con gli occhi bassi, con gli occhi bassi farò l’amor.
Per penitenza che lui mi ha dato
di abbandonare, di abbandonare, di abbandonare mio primo amor.
E mi piuttosto che abbandonar l’amore,
bandonerìa, bandonerìa, bandonerìa il confessor
 COLLAGE DI CANTI DI RISAIA
E la vita dei mondine
lìè ‘na vita troppo stanca,
gh’è il padrun che me cumanda
sempre avanti a lavorar.
E la vita dei mondine
l’è ‘na vita troppo trista,
ad alzarsi fa mal la vista
ed alzarsi non si può.
Oi l’anderemo a ca’
oi l’anderemo a ca’
oi l’anderemo a ca’ a godere la libertà
La libertà l’è quella di non mondar più riso
godere il paradiso, godere il paradiso.
La libertà l’è quella di non mondar più riso
godere il paradiso e godere la libertà.
A mangiar poc, poc, poc se diventa fiacc, fiacc, fiacc,
se diventa stracc, stracc, stracc se poeu pu andà.
A mangiar poc, poc, poc se diventa fiacc, fiacc, fiacc,
se diventa stracc, stracc, stracc se poeu pu andà.
Alla mattina il latte c’è
con il caffè e senza zucchero,
alla mattina il latte c’è
con il caffè e senza zucchero amaro è.
A mezzogiorno la pasta c’è
l’è tutta colla, l’è tutta colla.
A mezzogiorno la pasta c’è
l’è tutta colla del cartolèe.
Ed alla sera il brodo c’è
l’è l’acqua calda, l’è l’acqua calda.
Ed alla sera il brodo c’è,
l’è l’acqua calda de lavà i pe’
A mangiar poc, poc, poc se diventa fiacc, fiacc, fiacc,
se diventa stracc, stracc, stracc se poeu pu andà.
A mangiar poc, poc, poc se diventa fiacc, fiacc, fiacc,
se diventa stracc, stracc, stracc se poeu pu andà.
 A LAVORAR LA TERRA
 A lavorar la terra ci vuol le contadine,
noi siamo le mondine, noi siamo le mondine.
A lavorar la terra ci vuol le contadine,
noi siamo le mondine, siamo lavorator
vogliam la libertà.

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